Fake News, Intelligenza collettiva vs Ignoranza Condivisa

"Il Mezzo è il Messaggio" M. McLuhan
La dilagante diffusione dei Social Networks ha riportato alla ribalta il classico tema della "Saggezza delle folle", in relazione ai potenziali vantaggi connessi all’emersione di una pretesa "Intelligenza Collettiva" che sarebbe in grado di convertire le informazioni disperse tra una collettività di individui, in conoscenza condivisa, mediante l’aggregazione delle differenti opinioni.
Tale concezione è stata in parte ispirata dall’aneddoto, attribuito a Francis Galton (cugino del più noto Charles Darwin), il quale, con stupore, potè testimoniare della particolare capacità predittiva, in termini di precisione, nello stimare correttamente il peso dei capi di bestiame, manifestata dalla folla degli astanti nel loro insieme;
la media delle stime individuali espresse dagli astanti si dimostrava infatti particolarmente precisa nel valutare il peso "reale" dei capi di bestiame.
Questo fatto ha contribuito alla teorizzazione della cosiddetta "Saggezza delle Folle", che è alla base della già più volte richiamata Intelligenza Collettiva.

Saggezza delle folle versus Logica del Gregge

Non tutte le folle, però, sono “sagge”, vale a dire contribuiscono realmente al manifestarsi di una Intelligenza Collettiva.
Affinchè il fenomeno della “Saggezza delle folle” possa effettivamente concretizzarsi, occorre infatti che si realizzino le seguenti pre-condizioni (piuttosto restrittive):
  • Divergenza di opinioni: ogni persona possiede un punto di vista differente, al limite rappresentato anche da interpretazioni personali eccentriche o stravaganti, in merito a fatti comunemente noti;
  • Indipendenza delle opinioni: le opinioni dei singoli non devono essere condizionate da quelle altrui;
  • Decentramento delle conoscenze e delle opinioni: le persone possono sfruttare le proprie conoscenze specifiche, legate a condizioni particolari di tempo e di luogo;
  • Possibilità di Aggregazione delle opinioni: l’esistenza di meccanismi che permettano la conversione dei giudizi individuali in conoscenza condivisa.
Nel caso in cui una o più delle suddette precondizioni non si verifichi, c’è sempre il rischio che dalla "Saggezza delle Folle" si passi invece al fenomeno opposto, noto come "logica del gregge", caratterizzato da ignoranza condivisa e comportamenti conformistici.

Il conformismo delle "Tribù Digitali"

Nell’ambito dei Social Network, il fenomeno delle "Cascate Informative" (Information Cascades) può ulteriormente amplificare i comportamenti conformisti già esistenti nei gruppi.
Gli utenti infatti tendono ad adottare un comportamento omologato e conformista, allineato a quello manifestato dagli altri appartenenti alla community (che rischia così di trasformarsi in una vera e propria tribù, anche a causa del condizionamento non proprio disinteressato esercitato sul gruppo da parte degli Opinion Leaders), rinunciando così a ragionare criticamente e a sbagliare con la propria testa (rinunciando cioè a valutare e a prendere in considerazione in maniera autonoma e indipendente le informazioni a propria disposizione, qualora queste informazioni risultino discordanti e non conformi con le opinioni “main stream” condivise dalla maggioranza della community).
Mediante le Cascate Informative la "Saggezza delle folle" può tramutarsi in "Effetto Gregge"

La "Dittatura" dei Likes

Come sostiene Marshall McLuhan, affermando che "il mezzo è il messaggio", alcuni degli aspetti controversi dei Social Network sono riconducibili alle specificità comunicative che caratterizzano tali media, connesse alle loro caratteristiche progettuali e agli scopi finali che tali piattaforme intendono conseguire.
Se consideriamo, infatti, che la maggior parte delle piattaforme Social sono strutturate essenzialmente per aggregare consenso, in modo particolare a fini pubblicitari, piuttosto che incentivare il dissenso costruttivo e facilitare il confronto tra posizioni e punti di vista differenti, possiamo comprendere come l'omologazione dei contenuti e delle opinioni (vale a dire la tendenza ad attribuire maggiore visibilità a quei contenuti che maggiormente corrispondono alle preferenze del pubblico, nell’intento di aggregare il maggior consenso possibile, utile a fini pubblicitari) divenga inevitabilmente preponderante.
Gli utenti finiscono così per rimanere intrappolati nella loro "bolla informativa" alimentata da quella "camera di risonanza" costituita dalle loro stesse conversazioni.
All'interno della community social di appartenenza, costituita da soggetti che condividono tra di loro gli stessi pregiudizi, proliferano così i giudizi distorti causati dall'effetto del bias della conferma.