(Image Credits: https://media.defense.gov)
Irresponsabile non è chi prefigura “scenari apocalittici” riguardo la diffusione dell’Artificial Intelligence, ma di chi adotta acriticamente ogni innovazione senza valutarne adeguatamente i pro e i contro.
La recente querelle che ha visto confrontarsi tra di loro due “giganti” dell’innovazione tecnologica, quali Zuckerberg, patron di Facebook, da una parte, e Elon Musk, fondatore di Tesla, dall’altra, ha raggiunto l’apice quando Zuckerberg ha tacciato Musk di prefigurare in maniera irresponsabile scenari apocalittici derivanti dalla diffusione sempre più pervasiva della Artificial Intelligence.
La risposta ovviamente non si è fatta attendere: Musk ha denunciato l’ignoranza da parte di Zuckerberg dei pericoli derivanti da quella che il fondatore di Tesla considera senza mezzi termini la “maggior minaccia esistenziale” per l’intera umanità.
È interessante notare come anche a tali livelli si manifesti confusione su una materia come l’Artificial Intelligence che è destinata a cambiare nel prossimo futuro in maniera radicale le quotidiane abitudini di lavoro e comunicazione, oltre che a incidere profondamente sulle scelte di consumo anche dei comuni cittadini.
Questo clima da “guerra di religione” non aiuta sicuramente ad instaurare un dialogo sereno sulle possibili ricadute negative dell’Artificial Intelligence in termini di Cybersecurity e Privacy.
Non è un mistero, d’altra parte, che il Cybercrime stia facendo sempre più ricorso proprio all’Intelligenza Artificiale per sperimentare e diffondere nuove minacce digitali, sfruttando per di più le possibili falle legate alla complessità delle piattaforme distribuite, Cloud Computing inclusi.
Così come non è un caso che la recente normativa EU sulla tutela della riservatezza (Regolamento GDPR) introduca due principi quali la “privacy by design” e la “privacy by default” che dovrebbero costituire i criteri ispiratori per i fornitori di software e servizi digitali che gestiscono dati personali, al fine di garantire la sicurezza e la riservatezza già in sede di loro progettazione.
Non vorremmo che le accuse di irresponsabilità rivolte da Zuckerberger nei confronti di Musk nascondano in realtà l’indisponibilità ad assumersi le proprie responsabilità di fronte alle “conseguenze inattese” delle tecnologie, scaricando ancora una volta i possibili esiti negativi delle tecnologie digitali sugli utenti (più o meno consapevoli), come già avviene ad es. con la sottoscrizione dei “Terms of Services” (al limite della vessatorietà) previsti per la fruizione dei servizi offerti dai Social Media…
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