Ormai solo una “Unpopular Opinion” può salvarci…
Sempre più spesso assistiamo alla diffusione di notizie eclatanti (e francamente inverosimili) sulle prodigiose capacità tecnologiche, in modo particolare quelle basate sulla cosiddetta Artificial Intelligence, che secondo la vulgata sarebbe in procinto ormai di sostituire l’uomo in qualsiasi attività possibile e immaginabile.
E a rilanciare tali notizie non sono tanto i famigerati social media, quanto i tradizionali mezzi di comunicazione (quotidiani in primis), che sembrano al contrario fare a gara proprio con i social media nel diffondere quelle che oggi si suole chiamare Fake News.
Addirittura i quotidiani sembrano abbracciare con favore l’intelligenza artificiale, nel gestire contenuti e dirigere le attività editoriali, come l’esperimento recente del Foglio starebbe ad attestare che viene enfaticamente presentato come “il primo quotidiano al mondo realizzato interamente con l’intelligenza artificiale” (sic!)
A questo punto l’uomo della strada lecitamente è indotto a chiedersi:
In altri termini, sembra di trovarsi di fronte ad un clamoroso autodafè che rischia di rivelarsi in un altrettanto clamoroso suicidio intellettuale…
In realtà, come vedremo, vi sono motivazioni che spingono verso questa convergenza apparentemente contro natura, tra media, tecnologia e finanza.
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