Sempre più spesso, l'azione di contrasto all'evasione fiscale è addotta, da parte dei sostenitori dell'abolizione del denaro contante, come una delle motivazioni principali (se non addirittura la motivazione principale) a favore della sua sostituzione (più o meno definitiva) con la moneta digitale (digital cash).

Che il fenomeno dell'evasione fiscale rappresenti un problema annoso, specie nel nostro paese, è fuori di dubbio; tuttavia, riporre fiducia incondizionata nell'adozione del digital cash come "soluzione definitiva" del problema, appare pretestuoso e finalizzato piuttosto a convincere l'opinione pubblica della necessità di abbandonare il denaro contante, visto come reliquia del passato, favorendo il passaggio alla sua versione digitale, considerata più adeguata ai tempi moderni.

L'opera di convincimento dell'opinione pubblica da parte dei sostenitori del digital cash si basa anche in questo caso sulle presunte capacità "taumaturgiche" attribuite alla tecnologia digitale nel risolvere i problemi piccoli e grandi dell'umanità.

Il "soluzionismo" tecnologico alla base della campagna a favore del Digital cash

Ci siamo abituati, ormai: come abbiamo a più riprese e in diverse sedi asserito, denunciando l'eccessiva enfasi con cui vengono decantate le virtù salvifiche della tecnologia, propagandate dai fornitori tecnologici e dai media che diffondono una narrazione compiacente, non si tratta altro che di soluzionismo tecnologico, che fonda le proprie radici nella controcultura californiana degli anni '60, e che sostiene la natura fondamentalmente "fallata" dell'essere umano, i cui difetti e limiti possono essere "aggiustati" (fixed) soltanto abbandonando le abitudini ereditate dal passato, per abbracciare convintamente i frutti che il progresso tecnologico, reputato "inevitabile", generosamente ci donerà...

Tuttavia, ad un'analisi più meditata, appare chiaro che quello del contrasto dell'evasione fiscale rappresenta piuttosto un elemento propagandistico, funzionale a soddisfare gli interessi dei proponenti l'adozione indiscriminata del digital cash...

Più che il contante, a contare è l'azione accertativa

Alla resa dei conti, di per sè l'adozione del digital cash non apporta particolari benefici nè in termini di riduzione del fenomeno dell'evasione, nè in termini di recupero delle imposte evase (che rappresenta l'elemento maggiormente di interesse per la società civile).

Anche il presunto effetto dissuasivo attribuito all'obbligo di effettuare pagamenti mediante strumenti tracciabili, poggia in realtà sulla concreta capacità di condurre controlli efficaci ed effettivi da parte degli uffici finanziari, e dalla percezione che i potenziali evasori hanno della probabilità di essere oggetto di attività di accertamento fiscale.

Capacità peraltro stigmatizzata (in negativo) da parte della stessa Corte dei Conti in più occasioni, sottolineando tra le altre cose l'ampia discrepanza esistente appunto tra l'accertamento dell'imposta evasa e la sua successiva riscossione, che spesso si riduce a rapporti percentuali di modesta entità.

L'attività di contrasto all'evasione fiscale è quindi un problema essenzialmente riconducibile all'adeguatezza delle risorse destinate alle attività di controllo da parte degli uffici finanziari, nonchè alla efficacia e razionalità dell'impianto normativo posto alla base di tali attività.

Non ultimo, proprio in relazione alla esplosione dei dati sulle transazioni finanziarie, messi a disposizione dell'Anagrafe tributaria ormai da anni, è indispensabile che gli uffici finanziari si dotino di competenze professionali adeguate (quali specialisti in data science, big data, data analytics ecc.) in grado di "incrociare" correttamente le grosse moli di dati disponibili, superando peraltro gli annosi problemi di mancata interoperabilità che tuttora caratterizzano le diverse basi di dati.

Le magie lasciamole alle favole

Pensare quindi che basti sostituire il contante per eliminare "digi-magicamente" l'evasione fiscale non è più credibile del "Giardino dei Miracoli" reso celebre dalla fiaba di Collodi.

È una narrazione tuttavia funzionale a soddisfare precisi interessi economici degli istituti aderenti al circuito finanziario e creditizio, oltre ovviamente alle aziende fornitrici di tecnologia.

Interessi economici per foraggiare i quali da più parti si è disposti a sacrificare diritti soggettivi e interessi legittimi di cittadini e contribuenti (in primis quelli onesti) che al contrario, dovrebbero essere tutelati in maniera preminente...