Il “lato oscuro” della Intelligenza Artificiale Generativa

In tempi recenti, grazie anche a tools quali ChatGPT, Claude, Midjourney ecc. la Generative AI ha catalizzato l’attenzione del pubblico, anche non specialistico, e molti commentatori fin da subito hanno amplificato le possibili mirabolanti applicazioni e gli “inevitabili” impieghi di successo di tale tecnologia negli ambiti più svariati della vita quotidiana.

Al di là del clamore mediatico, ad oggi l’unico “caso d’uso” efficacemente (e drammaticamente) reso concreto della Intelligenza Artificiale Generativa ha a che fare con le minacce informatiche che essa rende possibile.

Attacchi informatici basati su Deepfakes e Voicefakes contribuiscono a elevare gli attacchi di phishing sofisticato, quali lo spearphishing a livelli finora inediti, che pongono in seria discussione l’efficacia delle misure di prevenzione tradizionali.

Così come l’utilizzo inconsapevole di strumenti di Conversational AI possono elevare i rischi di data leakage di vari ordini di grandezza, rendendo persino difficile valutare in maniera adeguata il livello di rischio associato a tali minacce.

Per questo è importante comprendere non solo le caratteristiche costitutive alla base della tecnologia che dà vita alla Generative AI, ma anche comprendere quali utilizzi impropri può contribuire ad abilitare, minando potenzialmente in maniera sostanziale le ordinarie misure di protezione attualmente adottate.

Questa serie di lectures ha quindi l’obiettivo di gettare luce sulla “dark side”, il lato oscuro della AI Generativa, al fine di elevare il livello di consapevolezza necessario per gestire una tecnologia che rischia di trasformarsi in via prioritaria in un vettore di attacco prima ancora che una leva di successo per chi la adotta.