Idealmente, questo lavoro rappresenta la continuazione del precedente “Artificial Idiocy – Come l’Intelligenza Artificiale é diventata Stregoneria Digitale”;
il termine “Coscienza” è qui considerato nelle sue molteplici accezioni: come coscienza di sè, responsabilità delle decisioni, nonchè consapevolezza dei limiti inerenti alle caratteristiche e le reali capacità cognitive concretamente conseguibili dall’Intelligenza Artificiale.

Questo testo parte dall’assunto che l’intelligenza in senso proprio, rappresentata ad oggi dall’intelligenza umana, presupponga in qualche senso una forma di consapevolezza.

Ciò induce ad analizzare fino a che punto sia ipotizzabile la realizzabilità di una intelligenza “artificiale” in senso proprio, vale a dire che implichi la capacità di senso comune di interpretare il mondo inteso come “umwelt” (ambiente).

E come conseguenza, induce al tempo stesso a considerare l’opportunità di perseguire, nonchè l’auspicabilità di conseguire, quella che si definisce Intelligenza Artificiale “generale” (AGI), vale a dire la forma di intelligenza che più si avvicina (e può essere messa a confronto) con quella umana.

Di prossima pubblicazione

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